Mattina, ore sette. Buio pesto notte.
La fatica di alzarsi dal letto è, come sempre, bestiale. Il Marito è già uscito di casa da tempo, causa trasferta. Prego silenziosamente che la Iena riesca ad aprire gli occhi in armonia con la vita e che io non debba ingaggiare una lotta impari a quest’ora per farlo alzare dal letto, perché sarebbe davvero oltre le mie possibilità e ciò significherebbe mandare irrimediabilmente a schifo la giornata.
Voce improvvisa dall’altra stanza:
“Ma io oggi devo andare a scuola?!”
“Sì, certo, è mercoledì”
“Yuppiiiiiiiii!!!!”
Non potete capire il sollievo (e la voglia di fare un monumento alla scuola). Ovviamente non potrà essere così in eterno.